Gianni Colombo

Milano, 1937 – Melzo, 1993

Gianni Colombo nasce a Milano nel 1937. Frequenta i corsi di pittura tenuti da Achille Funi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Esordisce negli anni Cinquanta, con lavori in ceramica per il Concorso Nazionale di Faenza e la Mostra Nazionale di Gubbio. Sensibile al lavoro dei nuclearisti, alla ricerca di Lucio Fontana e degli spazialisti, nel 1959 fonda il Gruppo T – con Giovanni Anceschi, Gabriele De Vecchi e successivamente Grazia Varisco – che progetta un’arte cinetica, programmata, ottica, dove il nuovo protagonista dell’opera è lo spettatore.

Nel 1959 espone lavori polimaterici e rilievi monocromi in feltro alla Galleria Azimut di Milano – luogo di fervore artistico a livello europeo. Le sue prime opere cinetiche animate elettromeccanicamente – Superfici in variazione, Rilievi intermutabili, Strutturazioni pulsanti – sono esposte nella personale del 1960 alla Galleria Pater.

L’idea di opera “aperta” con la quale lo spettatore entra direttamente in contatto diventa un tema costante. Ambienti praticabili e opere che interfacciano con lo stato psico-fisico del fruitore sono protagonisti di importanti esposizioni pubbliche, tra cui Strutturazione cinevisuale abitabile al Musée des Arts Décoratifs del Louvre, Parigi (1964) e Strutturazione cinevisuale ambientale presso Nova tendencija a Zagabria (1965). Negli stessi anni, sperimenta anche attraverso giochi di luce su strutture a movimento rapido e immagini create da flash ritmici.

Tra le sue opere più innovative, Spazio elastico è presentato nel 1967, a Graz, composto da una rete volumetrica mobile i cui fili elastici, azionati da motori e fosforescenti per le lampade di Wood, determina una percezione dello spazio ogni volta differente. Durante gli anni Sessanta partecipa a mostre in Italia all’estero e rassegne internazionali. Dalle metà degli anni Settanta, la ricerca di Colombo si incentra sempre più sull’analisi del linguaggio architettonico con la creazione di ambienti dove il pubblico è sempre più una parte essenziale, modificando archi, colonne e piani inclinati.

Artista e progettista, dagli anni Ottanta pone attenzione alle note strutturali e agli elementi architettonici primari dello spazio espositivo. L’artista scompare prematuramente nel 1993.

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